CIRCOLARE - LAURA BAVESTRELLO ALLE SPOSE

Carissime spose,   

in preparazione al rinnovo dell’oblazione, meditiamo l’art. 5 delle nostre Costituzioni: 

“Ogni stato di vita è partecipazione all’amore e all’oblazione di Gesù al Padre per gli uomini, 

è dono per la Chiesa 

ed è risposta d’amore che la Chiesa stessa esprime al suo Signore”. 

Il dono di sé, nella vita nuziale, non è frutto di uno sforzo umano, ma è, per la sposa, “partecipazione all’amore e all’oblazione di Gesù al Padre” per l’uomo che ha sposato. 

Solo Gesù è l’Oblato. 

Il primo dono che la sposa riceve, nel grande sacramento, è il risveglio di una sete profonda che la conduce a trovare l’amore più grande che abita le nozze. 

Solo a partire dalla sorgente dell’amore possiamo lasciare che il Signore, presente e operante nella concretezza della vita nuziale, tocchi tutta la nostra fragilità umana e la salvi nell’abbraccio del suo amore.

La vita nuziale è un incontro meraviglioso con il Signore che si fa per noi il vero nutrimento, la veste che ricopre la nostra nudità, il tesoro nascosto nel campo del nostro amore, la gioia dell’intimità, la medicina nel male, la protezione dai nemici dell’amore reciproco per permetterci di seguirlo. 

L’ascesi dell’amore nuziale ci chiede, accesa la fiamma, di saperla alimentare tutta la vita con un amore tenero, confidente, ricco di intimità e passione.

“E’ la maturazione della donazione sacramentale purificata, santificata, aureolata dell’amore a Cristo che farà degne di donarsi in mistico amplesso a Lui in lui e farà dire alla sposa: mentre mi dono spiritualmente a Te sulle ali del candore e dell’amore, mi dono a lui” (PM). 

Nella misura in cui la sposa apre il suo cuore e la vita all’azione del Signore è “dono per la Chiesa”. 

Padre Mauri suggerisce di vigilare su tutto ciò che può sostituire l’amore vero come la convenienza, l’interesse, la pura passione, la semplice amicizia, la semplice fraternità e interrogarci ogni volta che ciò che non è amabile nello sposo lascia in noi un vuoto che non cerchiamo di riempire in Cristo.

Può accadere che ci siano momenti in cui lo sposo è antitesi di Lui, della sua fedeltà, della sua castità, della sua fecondità, della sua santità, della sua affettuosità. Per superare questi momenti, il Padre ci suggerisce di considerare che “ciò che non è nell’uomo, è in Dio, in guisa che venga completata la figura dello sposo, e, anche in quella parte in cui non fosse amabile, diventi amabile”. 

L’amore nuziale che arde nella vita della sposa è “risposta che la Chiesa stessa esprime al suo Signore”: 

“Amarsi in Dio e per Iddio come Dio vuole” 

“Presentate ad una ad una dal Padre dello Sposo Divino sentiranno ripetersi: Quante volte mi avete abbracciato, baciato, stretto al cuore, consolato, fatto gioire nella vostra vita di sposa cristiana: godete ora il mio abbraccio eterno!” 
 
E le spose nostre diranno: "Ma quando mai è avvenuto questo, all'infuori dell'abbraccio eucaristico, del bacio ad un crocifisso, ad una tua immagine, o Sacro Cuore?". E Gesù risponderà: "Ogni qualvolta avete dimostrato il vostro bell'amore cristiano alla mia immagine che il Grande Sacramento vi ha posto affianco…” (PM) 

“Il Matrimonio è amore che, legando totalmente e indissolubilmente l’uomo e la donna, partecipa del patto d’amore tra Cristo e la Chiesa e lo manifesta al mondo”. 

Ogni unione nuziale nella piccola Chiesa domestica è unica e reca in sé una parola di annuncio del patto d’amore di Cristo e della Chiesa. 

Nella vita sacramentalmente vissuta non è lo spirito che serve la carne, ma la carne che serve lo spirito in obbedienza al comando divino ‘eritis duo in carne una’ al ‘accrescite et moltiplicamini’, al complemento fisico dell’amore nuziale” (PM).

Più ci si immerge nell’amore nuziale più si diventa consapevoli che il vincolo indissolubile che ci unisce è la fedeltà di Dio. 

Scrive il Padre: L’amore pieno, in senso nuziale, lega con triplice vincolo i due sposi e difficilmente si spezza, perché incide profondamente nello spirito, nel cuore, nel corpo” (PM).

Nel Matrimonio, via alla santità, la conoscenza è la base dell’amore.

In esso tutte le componenti della persona si armonizzano e si compongono con la controparte “poiché è l’anima che deve fondersi con l’anima, il cuore con il cuore, il corpo con il corpo come la natura esige e la grazia eleva” (PM).

Ogni manifestazione d’amore da naturale si fa soprannaturale. “Una vita nuziale animata da umano amore non sarà che umana; se da divino amore sarà divina” (PM). 
 
C’è bisogno di preghiera e vigilanza continua al fine di “condursi così delicatamente nell’adempimento di ogni dovere e nell’esercizio delle virtù proprie, perché la divina grazia viva, cresca e fiorisca nelle loro anime e irradi sulla vita familiare” (PM). 

L’umanità radiosa che fa dono totale di sé, nel grande sacramento, sprigiona la bellezza dell’amore nuziale in Cristo e manifesta la fecondità dell’amore divino nella carne, oltre l’ordine puramente biologico.

L’oblata sposa che ama Cristo nello sposo raggiunge il vertice dell’amore ed è fermento di santità per il consorte, primo obiettivo del suo apostolato. 

Maria, Regina della Famiglia, intercedi per noi! 

Laura Bavestrello